VUS COM INFORMA – INTERVISTA A MASSIMO RICCI, DIRETTORE DIVISIONE ENERGIA ARERA (parte1)

Per capire cosa ci aspetta da ottobre in poi, pubblichiamo una intervista a Massimo Ricci, direttore divisione energia dell’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Parte 1).

Ingegner Ricci, con il riempimento delle riserve di gas, che dovrebbe completarsi entro fino settembre ai ritmi attuali, ci possiamo aspettare una diminuzione dei prezzi? «Solo da quel fattore temo di no, perché il problema, e la determinazione del prezzo del metano, sono a livello europeo, non solo italiano. Inoltre, aver riempito le riserve non ci mette al riparo da carenze durante l’inverno, in caso dovesse esserci una lunga interruzione di fornitura completa da parte russa. Ricordiamoci che le riserve vengono svuotate anche negli inverni normali, e non possono coprire da sole grandi penurie di gas».

E allora? «Quindi aspettiamoci almeno un altro raddoppio del prezzo del gas, e quindi anche dell’elettricità, a partire dalla bolletta di ottobre. Questo vuol dire che dal 2021 il prezzo dell’energia si è praticamente quadruplicato. Temo che siamo ormai a livelli insostenibili per famiglie e imprese».

Ma il governo non continuerà con specifici interventi per contenere gli aumenti? «Certamente, ma questi stanno diventando estremamente onerosi per le finanze pubbliche, sia perché di tratta di compensare prezzi sempre più alti, sia perché la platea da aiutare si sta allargando a milioni di famiglie. E a peggiorare la situazione dai provvedimenti per recuperare risorse, come quelli sugli extraprofitti, arriverà molto meno di quanto atteso, forse 2,5 miliardi di euro, contro la dozzina attesi e i 22 finora già spesi».

Che altro si può fare? «Da parte nostra, come noto, stiamo cercando di rendere il mercato del gas più trasparente e reattivo, aggiornando il prezzo ogni mese, e non più ogni trimestre, basandoci sul prezzo corrente, non su quello fissato mesi prima. In questo modo, oltre a facilitare l’approvvigionamento di gas da parte degli operatori, che oggi si trovavano spesso a doverlo vendere a prezzi inferiori a quelli d’acquisto, ci si renderà conto meglio e subito di quello che sta accadendo sul mercato del gas, spingendo famiglie e operatori a ridurre i consumi. Finora la reazione è stata ritardata, perché in realtà si pagava in bolletta il prezzo di mesi prima, e non ci si rendeva conto dell’urgenza dell’allarme».



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